Quante
piccole ansie quotidiane ci affliggono ogni giorno?
Migliaia!
Possiamo fare qualcosa?
In
questo post vedremo un semplice metodo, piccolo piccolo, per
affrontarle meglio.
Avete
mai notato che quando dobbiamo prendere una decisione siamo
tesissimi? Appena l'abbiamo presa ci sentiamo liberi, rilassati?
Molte
tensioni derivano dal fatto che il problema non è ben definito.
Spesso
non riusciamo a focalizzare la causa che ci affligge.
Non
sto parlando di cause psicologiche, ma di cause oggettive.
Se
descriviamo il problema a parole, spesso risulta distorto, pieno di
lacune, generico. Ma se lo scriviamo sarà più facile definirlo.
Prendiamo
un bel pezzo di carta ed iniziamo a descrivere il problema,
spiegandolo a fondo. A chi? A noi stessi.
Dobbiamo
prima definirlo accuratamente, magari in una pagina A4.
Poi,
quando l'abbiamo centrato, possiamo ridurlo ad una semplice frase.
Una sola, la più sintetica possibile.
Solo
così avremo colto il vero senso del problema.
La
capacità di sintesi è fondamentale. Quando frequentavo l'università
mi bastava leggere un paio di pagine, del libro di testo, per capire
se il professore che l'aveva scritto aveva capito l'argomento. Se
girava a vuoto confermava la frase di Gigi Proietti:
«Quante
cose capite male e spiegate peggio!»
Dopo
aver focalizzato il problema, inizieremo a scrivere un elenco delle
possibili soluzioni. Ma alla fine viene la domanda:
«E
adesso che facciamo?»
Non
prendiamo decisioni!
Sembra
strano, vero? Ma è proprio così che passiamo il problema a quella
parte della nostra coscienza che conosce già la soluzione.
I
punti sono semplici:
- definire il problema
- scrivere le soluzioni (due o tre)
- non scegliere!
La
grande potenza di questo metodo consiste nella scrittura, che rende
oggettivo il pensiero e ci permette di analizzarlo meglio, anche dopo
qualche giorno. Sceglieremo la soluzione giusta senza traumi. Verrà
da sé, semplicemente e ci sembrerà quella più naturale.
È
un piccolo consiglio che può dare grandi sorprese.
Amedeo
Formisano
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