Se
vogliamo imparare a vincere è bene farlo seguendo uno che ha vinto
tanto nella vita.
Di
chi sto parlando? Di Jack Welch, ex amministratore delegato della
General Electric, una multinazionale enorme che produce quasi ogni
tipo di attrezzature altamente evolute.
L'esperienza
lavorativa di Jack Welch è riassunta nel suo bel libro che si
intitola semplicemente “Vincere!”.
E
un testo chiaro e avvincente, per chiunque, non solo per aspiranti
manager. Affronta in ogni minimo particolare cosa voglia dire far
parte di una multinazionale, cosa sia il lavoro di gruppo e la
leadership vista dall'interno, dalla parte di uno che la ha vissuta
realmente, sempre in modo pragmatico e aperto al miglioramento.
I
temi affrontati sono davvero molti. Si parte dalle definizione di
“mission” e di “valori”, due concetti
fondamentali per definire una strada di successo nel business.
La
mission è in breve “come intendiamo vincere in questo
business?” (tratto da Vincere,
il testo citato). Si tratta quindi di trovare una definizione chiara
e trasmissibile a chiunque nell'azienda, che possa dare la giusta via
e creare quella chiarezza immediata sugli obiettivi generali da
conseguire.
Per
la General Electric la mission fu quella di
diventare “l'impresa più competitiva al mondo”,
non male come obiettivo!
La
missione deve sempre essere “specifica e descrittiva”,
solo così può essere
stimolante, senza inutili astrazioni.
Mentre
la mission descrive la strada per raggiungere un obiettivo, i
“valori” (da
non confondersi con i valori individuali) servono a descrivere i
comportamenti che porteranno al raggiungimento dell'obiettivo.
Quale
potrebbe essere per esempio un valore importante per raggiungere una
meta? Potrebbe essere la “Trasparenza”, cioè
la capacità di trasmettere dati ed informazioni con la massima
sincerità.
La
mancanza di sincerità, secondo Welch, è uno dei maggiori pericoli
di una società, di qualunque grandezza essa sia.
Mancando
questo semplice valore ogni riunione diventa inefficace perché non
fa emergere i reali bisogni dell'azienda e tende a nascondere i veri
problemi, occultandoli in profondità. Questo alla lunga porta al
disastro.
Invece
la trasparenza porta al vero dibattito, alla capacità di confronto
su nuove idee.
È
facile uniformarsi alla massa e nascondere i propri pensieri per
paura delle critiche, ma il prezzo da pagare rischia di essere troppo
alto se si cerca il conformismo esasperato in un gruppo dirigenziale,
senza la capacità di esprimere onestamente i propri pensieri e punti
di vista.
Eppure
succede in continuazione, nelle piccole e grandi aziende e Welch ne
ha fatto una crociata, durante e dopo il suo lavoro alla General
Electric.
Mentre
la mission deve essere concepita dalla dirigenza e non può essere
assolutamente delegata, il sistema dei valori dovrebbe essere
discusso in modo ampio, dal basso, cercando di coinvolgere il più
possibile tutti i componenti dell'azienda, nessuno escluso.
È
certamente un lavoro importante, faticoso, ma necessario perché
quando avviene uno scollamento fra mission e valori allora l'azienda
può avere un tracollo, come un treno che deraglia fuori dal giusto
binario.
Vale
la pena di dedicare, fin dall'inizio di una impresa, del tempo per la
definizione di mission e valori, due cose ben esposte ed articolate
nel libro di Welch, in cui sono presenti anche tanti argomenti
fondamentali come la leadership, il reclutamento delle risorse (cosa
non facile e sempre irta di ostacoli), il “people management”,
come gestire una crisi e come reagire ai cambiamenti prodotti da
fusioni e acquisizioni, due piaghe che letteralmente mettono a dura
prova interi uffici, portando un riordino spesso drammatico delle
risorse umane.
Welch
parla anche del metodo “Six
Sigma”.
Non
vi preoccupate, non è nulla di segreto o scandaloso.
È
solo un programma di qualità che può migliorare l'esperienza per i
vostri clienti, nella fornitura di servizi o prodotti, abbassando i
costi e riuscendo anche a sviluppare una leadership migliore!
Scusate,
ma non è poco!
Il
metodo, lungamente sviluppato in modo magistrale in General Electric,
consiste nella “riduzione
dello scostamento” nelle
attività di routine, semplici e ripetitive.
Esempio pratico: immaginate di
vendere qualcosa che debba essere recapitato ai vostri clienti entro
un certo numero di giorni. Magari una produzione e consegna di
materie plastiche. Immaginiamo tre consegne, una dopo 5 giorni,
un'altra dopo 10 e un'altra ancora dopo 15.
Abbiamo una consegna media ogni
10 giorni.
Ora immaginiamo una nuova
tripletta di consegne, una dopo 2 giorni, dopo 7 e dopo 12. La media
sembra migliorata perché 2+7+12=21 che diviso 3 fa 7. Sette giorni
sembra senz'altro meglio. Eppure non è così!
Per il cliente l'esperienza è
episodica e incostante, frustrante perché sembra impossibile capire
l'esatta tempistica delle vostre consegne.
Ciò finisce con l'esser
disdicevole, anche se siete riusciti apparentemente a migliorare la
media.
Invece è più proficuo
abbassare lo scostamento in modo che la consegna avvenga sempre dopo
9 o 10 giorni, SEMPRE.
Diverrete così affidabili e
aumenterete il grado di soddisfazione della clientela.
Di questo si occupa il metodo
Six Sigma.
Molti lo spiegano con paroloni
esorbitanti, con studi statistici alla mano, ma Welch ci fa capire
che dipende più dal buon senso che dalle statistiche.
Insomma gli argomenti trattati
nel suo bel testo affrontano quasi ogni problematica del vivere
moderno in una azienda e rappresenta uno strumento utilissimo per
dirigenti e non solo, che sa valorizzare il coaching interno e non lo
vede come una inutile perdita di tempo, ma come uno strumento
indispensabile per far progredire un colosso internazionale come la
General Electric.
Se
va bene per loro probabilmente funzionerà anche nella vostra realtà
produttiva, anche se più piccola, perché le “Best
practice” non bastano mai.
Amedeo
Formisano
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