Esiste
un test molto utilizzato all'estero che si inspira alle teoria di
Carl
Gustav Jung
sui “tipi psicologici”, dividendo la popolazione in polarità
introverso/estroverso e considerando il carattere di ognuno come
dettato da: il
pensiero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione.
In
ciascuno di noi prevale una di queste componenti, anche se si fonde
indiscindibilmente con le altre. Due psicologhe, Katharine Cook
Briggs e sua figlia, Isabel Briggs Myers, inventarono un test (il
Myers-Briggs Type Indicator, conosciuto come: MBTI), durante la
seconda guerra mondiale, per esprimere al meglio la teoria dei tipi
psicologici e renderla qualcosa di pratico e accessibile a tutti.
Questo
test in partica cosa fa? Ci rivela qualcosa del nostro carattere,
esprimendo meglio quali sono le nostre caratteristiche mentali e
inclinazioni, ma non esprime giudizi di merito. Insomma non serve a
capire i buoni o i cattivi, non serve a capire se uno è un genio
oppure no. Serve a focalizzare cosa siamo naturalmente portati a fare
in generale. Ci
indica come ci relazioniamo con gli altri, come acquisiamo le
informazioni, come prendiamo le nostre decisioni, come ordiniamo la
nostra vita. Come
vedete non è cosa da poco.
Domanda
per i manager? Cosa sapete veramente dei vostri colleghi, dei vostri
sottoposti e di voi stessi? Il test risponde praticamente a questa
domanda. Consiglio a chiunque di fare questo test, che rimane anonimo
on line, e di capire meglio quale sia la sua vera natura. Certamente
il responso non va preso per oro colato, è sempre un test che deve
interfacciarsi con migliaia di possibili utenti, ugnuno che le
proprie caratteristiche, ma è pur sempre indicativo.
Può
essere un utile mezzo per capire se un collaboratore o un manager è
veramente al posto giusto, nel compito che rispecchia meglio le sue
possibilità, senza sprechi o forzature. Quanto valore pensate che
abbia una cosa del genere? Io penso altissimo, perché può far
riflettere prima di prendere una decisione importante al momento
dell'assegnazione di un incarico. È inutile affidare ad una persona
estremamente introversa e sistematica un compito di public relation,
in cui il contatto con il pubblico è fondamentale, in cui le
capacità di empatia sono anche molto utili.
Spesso
però, nelle piccole imprese, dove tutti si dividono in quattro, ci
può essere la tentazione di assegnare tanti compiti (pure troppi)
sulle spalle di uno solo, per ottimizzare il tempo e lo stipendio,
senza considerare le vere attitudini personali.
Un
vero manager, leader di se stesso e degli altri (come direbbe Roberto
Re) deve saper capire le psicologie del team, comprendere cosa
veramente spinge le persone a lavorare e progredire in quello che
fanno. Se manca questa capacità allora la visione del team sarà
miope e poco efficiente, perché sarà un gruppo di lavoro su cui
scaricare rogne, invece di un team vincente con cui far progredire
gli obiettivi comuni.
Il
mio consiglio pratico è di integrare il test al momento dei colloqui
con il personale. All'interno di un team già consolidato dovrebbe
essere svolto più come gioco collettivo, in cui sia il manager
(sicuro di se stesso e delle proprie capacità= autostima) e i propri
sottoposti dovrebberlo sostenerlo insieme, in modo da capire quali
caratteristiche emergono dal test, precisando
con accuratezza che nessuna caratteristica è in sé negativa.
L'introversione viene vista solitamente come negativa, ma per Jung
non era così e molti esperti prediligono i tipi introversi per le
loro capacità analitiche e la loro precisione, per il fatto di
vedere le cose da una angolazione diversa e leggeremente più
distante degli altri.
Ricordiamoci
sempre che il test è puramente indicativo e le scelte di
“Recruiting” non possono reggersi solamente su qualche domanda,
ma vanno fatte anche utilizzando una cosa rara e ormai sconosciuta
che si chiama “buon
senso”.
Se non riuscite ad accedere alla pagina allora disabilitate temporaneamente il vostro antivirus. Appena fatto il test lo riattivate.
A.F.
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