Abbiamo
visto come il Metamodello
ci permetta di capire, con le giuste domande quale modello del mondo
ha costruito e come ampliarlo.
A
questo punto il terapeuta (ricordiamo che la PNL nasce come aiuto
terapeutico e poi è diventata tecnica motivazionale) può
essenzialmente interagire con il paziente secondo tre modi chiamati
Metatattiche:
- Concordanza o discordanza dei predicati
- Commutazione dei sistemi rappresentazionali
- Aggiunta di sistemi rappresentazionali
1.
Concordanza o discordanza dei predicati. Il
terapeuta può decidere di migliorare la comprensione del proprio
dialogo con il paziente assumendo il
sistema rappresentazionale del cliente. Se quest'ultimo è un
tipo visivo forse sarà inutile porre domande del tipo “lei sente
di aver capito la situazione?” oppure “avverte la gravità della
cosa?”. I verbi “sentire” e “avvertire” sono legati ad
esperienze “uditive e cinestesiche”, totalmente inadatte nel caso
di un contatto con un paziente “visivo”. Da un approccio
scorretto potrebbero nascere delle resistenze che il terapeuta
faticherebbe a eludere. È come nella costruzione del “rapport”
in seguito al “ricalco”,
dove dobbiamo assumere un punto di vista dell'interlocutore, una sua
mappa, con la quale avviare una comunicazione più efficace e
profonda. Altrimenti mancano punti di contatto per avviare un
rapporto di qualunque natura. La parola “predicato”
(dal latino praedicatum
'ciò che viene affermato') si
riferisce ad una frase in cui un verbo è unito ad un aggettivo, come
la
frase Io
sono felice, dove
“sono” è il verbo essere e “felice” è l'aggettivo.
Ricordiamo che la PNL è opera di John
Grinder, un linguista, e la terminologia risente fortemente di
questi studi che a volte appesantiscono la comprensione, più che
agevolarla.
2.
Commutazione dei sistemi rappresentazionali. Il
paziente spesso soffre perché il proprio modello di mondo è
limitato e non gli consente una sufficiente serie di scappatoie, di
punti di vista alternativi. Il terapeuta allora deve capire quale sia
il modello del mondo del paziente per sovrapporvi un modello più
funzionale ed allargato, un Metamodello che possa ampliare le scelte
di vita e condurre il cliente verso una visione allargata. Questo è
possibile anche commutando i sistemi rappresentazionali del paziente,
passando (ad esempio) da un sistema visivo che non lascia scorgere
soluzioni ad un sistema cinestesico o uditivo, in cui l'esperienza
vissuta dal paziente sembra trovare una nuova dimensione. Nel famoso
libro “La
struttura della magia” (ed. Astrolabio 1981), Bandler e Grinder
raccontano di un ragazzo che in terapia descriveva visivamente un
fastidioso mal di testa che lo affliggeva. Il terapeuta invitò il
giovane ad esprimere nel modo più dettagliato la propria esperienza
con parole visive, agganciando in questo modo il livello visivo del
cliente (che già era emerso durante l'incontro). Poi gli chiese di
cominciare una profonda respirazione (livello cinestesico) durante la
quale visualizzare il dolore alla testa come una sostanza gassosa che
fluisca fuori dalle narici, abbandonando il corpo gradatamente. Dopo
pochi minuti il il dolore passò, lasciando il ragazzo in perfetto
stato. La visualizzazione era servita a ceder il passo alla
sensazione corporea tramite la respirazione, facendo passare
l'esperienza del mal di testa da un piano visivo ad uno cinestesico.
Un'altra
possibile applicazione potrebbe essere quella di rappresentare
verbalmente e uditivamente una situazione corporea. Per esempio il
cliente fa una affermazione del tipo “il
rapporto con mia moglie è molto migliorato”,
ma il linguaggio corporeo non è “congruente”, cioè dice il
contrario perché la mano batte con il pugno sul bracciolo e la
posizione generale del corpo è tesa. Il terapeuta allora crea una
commutazione passando dal messaggio corporeo a quello uditivo e
dicendo “
ho udito che lei afferma che il rapporto con sua moglie è
migliorato. Eppure il pugno batteva sul bracciolo e il tono di voce
non era tranquillo....”.
In questo modo aiuta il cliente a prendere coscienza del problema,
secondo i suoi sistemi d'accesso.
3.
Aggiunta di sistemi rappresentazionali. A
volte il paziente ha bisogno di rappresentare le proprie esperienze
anche con altri modi di espressione, aumentando così la propria
prospettiva. Se una persona vive solo di esperienze cinestesiche
capire che può esprimerle anche visivamente o uditivamente può
essere utile.
Mary
Lou, (da La
struttura della magia) esprimeva in terapia commenti critici con
la voce del padre, non con tono mascolino sia chiaro, ma
probabilmente perentorio (nel testo non è specificata la qualità
del tono, anche se è facilmente intuibile). In analisi transazionale
si potrebbe affermare che parlasse con la voce del Io
Genitore. Questa sua esperienza uditiva, come di una voce nelle
orecchie che le suggeriva commenti critici, venne convogliata dal
terapeuta in una visualizzazione della bocca del padre, della sua
fisicità. Così passò da un livello uditivo ad uno visivo che
cominciò ad allargare la comprensione di quello che avveniva e dei
suoi giudizi provenienti dall'Io Genitore.
Queste Metatattiche sono solo un
piccolo esempio di come un terapeuta qualificato possa, con l'aiuto
della PNL allargare le possibilità del paziente di capire il proprio
mondo di ampliarlo efficacemente. Possono essere applicate in ogni
tipo di terapia e non sostituiscono i normali sistemi terapeutici.
A.F.
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