La
comunicazione fra gli esseri umani è difficile, non solo perché “la
transazione” tra gli stai dell'Io può essere incrociata (Gli
errori della comunicazione: le Transazioni. ),
ma perché si innescano tutta una serie di considerazioni
esistenziali a monte che l'individuo si crea negli anni, un filtro
che distorce la realtà.
Esempio
A:
un
manager che deve fare una relazione in pubblico, davanti un nuovo
team. Tutto deve essere perfetto, la relazione è stata studiata nei
minimi dettagli. Nella sua mente non c'è posto per un possibile
errore.
Durante
la presentazione però succede l'inevitabile, un piccolo sbaglio di
battitura gli procura una papera. Invece di andare avanti, magari
giocandoci sopra, arrossisce, reprimendo l'imbarazzo con grande
fatica. Una vocina interna gli dice: “queste cose non sono per te”.
Il senso di inadeguatezza aumenta e una parte di lui non si sente Ok
rispetto agli altri. Finita la relazione, anche se tutto andato
abbastanza bene, il livore per l'errore è alto. Chi ha sbagliato la
battitura? La segretaria? La pagherà cara! Il manager si chiude nel
suo ufficio e comincia a rimuginarci sopra. Il dialogo interno
continua sul tono: “è proprio vero che non valgo niente! Siamo in
un mondo di sciacalli, pronti a silurarti in ogni momento”!
Esempio
B: un ragazzo invita ad una cena i suoi amici, è il suo compleanno.
Al ristorante vengono tutti, tranne una ragazza che gli sta a cuore.
Scatta la vocina interna: “sono il solito sfigato con le donne, lo
sapevo che non veniva. Adesso ho perso anche la fame”. Magari la
ragazza ha avuto un piccolo contrattempo, si presenterà in seguito,
ma la vocina maligna ormai è all'opera. Il ragazzo non si godrà la
cena fintanto che la sua amata non sarà giunta. E se non compare? La
vocina avrà vinto ancora la partita.
I
casi che potremmo presentare potrebbero essere migliaia.
Vediamo
che è sempre presente un Copione, un piano di vita che
disegna a grandi linee ciò che l'individuo vivrà. Qualunque cosa
possa succedere il manager si sentirà inadeguato, oppure il ragazzo
si sentirà “sfigato” con le donne. È fondamentale sapere che il
Copione non è basato sulla realtà, ma su visione rigida e
distorta di essa. Se il manager fosse a conoscenza di tutto
quello che passa nella testa dei suoi collaboratori del team, si
accorgerebbe che qualcuno magari pensa alle tasse da pagare, un altro
pensa alla fastidiosa micosi che lo affligge, un altro pensa alla
nuova fiamma. Non siamo sempre al centro dei pensieri altrui.
Ma in ogni team c'è sempre il signor so tutto, che non aspetta altro
che un passo falso. Anche questa persona ricade in un Copione (è
come se cercasse continuamente di agli altri:“ti ho beccato...”).
Quando
nasce il Copione e perché?
Nasce
in età infantile, da una “decisione” presa quando :
- un messaggio esterno (magari proveniente da un genitore) nega il soddisfacimento di un bisogno.
- ciò crea uno stato d'animo negativo, una sofferenza,
- il bambino, prende una “decisione” e crea una “chiusura”, cioè cerca un modo per non soffrire più.
- Se la decisione presa sembra funzionare, la ripete innescando il Copione.
Esempio:
un bambino sente il bisogno di carezze, riceve invece un messaggio
dai genitori (non è detto che sia reale) del tipo “devi essere un
ometto, niente smancerie”, oppure “un uomo deve farsi valere
nella vita”. Il bambino percepisce questo come “non sono amato”
e sta male. Allora assume una decisione e decide di starsene per
conto suo, in una vita apparentemente indipendente dal prossimo. La
messa in scena del Copione avviene quando il bambino cresce e diventa
un manager, pieno d'impegni e responsabilità e qualche problema
sessuale (attenzione, questo è solo un esempio estremizzato, non
vuol dire che tutti i manager siano così).
La
decisione si può prendere ad ogni tappa dell'infanzia o della vita
adulta.
Quindi,
siamo sempre noi che abbiamo il controllo della situazione, possiamo
ribaltare il contenuto del Copione.
Quando
succede qualcosa in età adulta, come negli esempi A e B, il Copione
viene riconfermato con una breve sequenza che ripercorre le tappe
fondamentali della “decisione”. L'errore di battitura è
l'occasione di riaffermare velocemente che il manager non vale, la
ragazza che non viene alla cena riconferma la mancanza di autostima
nel festeggiato. Questo è il Minicopione e spesso si sviluppa
in pochi minuti.
In
caso di disagio, lo psicologo può intervenire, facendo prendere
coscienza al paziente del Copione che sta mettendo in scena e insieme
possono trovare la strada per un sicuro miglioramento.
Molte
persone rispondono ad un Copione creato durante l'infanzia, ma questo
non significa che sia una cosa grave.
L'analisi
transazionale ci deve far capire che, prima di giudicare qualcuno,
per i suoi comportamenti, dovremmo ragionare su noi stessi, sui
nostri atteggiamenti, forse anche noi stiamo recitando un Copione,
senza averne coscienza.
A.F.
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